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Distance

13.29 mi

Elevation gain

4,068 ft

Technical difficulty

Difficult

Elevation loss

1,411 ft

Max elevation

4,068 ft

Trailrank

68

Min elevation

820 ft

Trail type

One Way

Time

6 hours 16 minutes

Coordinates

1794

Uploaded

March 15, 2021

Recorded

March 2021

Outdoor Navigation

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4,068 ft
820 ft
13.29 mi

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near Bobbio, Emilia-Romagna (Italia)

Estate 2020. Le restrizioni anti COVID si sono allentate, ma quale momento più giusto per affrontare l'impresa delle imprese: ANDARE AL MARE A PIEDI.
Da tempo ormai stavamo sognando di partire a piedi da casa, dalla nostra Val Tidone con zaino in spalla e raggiungere la costa Tirrenica, il mare della nostra infanzia.
Come farlo? Quale itinerario seguire?
Il percorso era lì, sotto i nostri occhi, mentre guardavamo cartine e Google maps.
Via degli Abati fino a Pontremoli e poi giù con la Francigena, fino a Massa, fino al mare.
Non proprio uno scherzetto: un totale di circa 250 km con i primi 160 km di Via degli Abati, anche nota come la Francigena di montagna. Un percorso ugualmente antico e ufficialmente annoverato tra le Vie Francigene, più selvaggio, con meno servizi lungo il percorso e con un dislivello decisamente più impegnativo.
Una volta raggiunta Pontremoli con altre 3 tappe di Via Francigena (Pontremoli-Aulla-Sarzana) saremmo arrivati a Massa e al mare.

Tappa 1 da Caminata a Bobbio
Tappa 2 da Bobbio a Nicelli
Tappa 3 da Nicelli a Groppallo
Tappa 4 da Groppallo a Bardi
Tappa 5 da Bardi a Borgotaro
Tappa 6 da Borgotaro a Pontremoli
Tappa 7 da Pontremoli a Aulla
Tappa 8 da Aulla a Sarzana
Tappa 9 da Sarzana a Massa e al mare

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TAPPA 2
Ci svegliamo dopo una dormita "piombigna" all'ottimo B&B "Casa di Ele". Colazione abbondante in centro, un rapido passaggio all'alimentari dove la signora è esaltata quando le racconto dell'impresa che stiamo affrontando. "Io e mia figlia vogliamo farla in tenda!". Strabuzzo gli occhi e le esterno tutta la mia stima.
Passiamo ancora in Duomo per il primo timbro sulla credenziale. C'è Don Roberto Isola, un personaggio spumeggiante che ci racconta un paio di aneddoti sulla Via.
Ripartiamo. Per la giornata si preannuncia ancora caldo record, e soprattutto uno dei dislivelli più tosti della Via: 22 km con 1300 metri di salita.
Attraversiamo il fantastico Ponte Gobbo (vale il prezzo del biglietto solo lui) sul Trebbia che invita a tuffarsi. Iniziamo a salire sul rilievo alla sua destra, fermandoci spesso a boccheggiare con la scusa di guardare il panorama. Transitiamo nel punto famigerato in cui il Polo anni prima ha avuto una piccolissima defiance dovuta a calo di zuccheri e peggiorata dalla mia sciagurata assistenza con focaccia SALSICCIA E PATATE. Stavolta sale in scioltezza e in totale controllo.
Si suda, il sentiero è ripido e nel bosco anche un po' di sassi e roccette.
Siamo al balcone sulla Val Trebbia in località Cascina Pre. La salita molla leggermente mentre dopo un tratto di asfalto si raggiunge la frazione Santa Cecilia. Stop tecnico per spuntino e acqua. Riprendiamo, seguendo i segnavia in direzione Coli.
D'improvviso superato un rilievo il paesaggio cambia, assumendo un aspetto lunare. Rocce scure, vegetazione quasi assente e ghiaia grigia. Siamo sopra a Coli, adagiata sul fianco del rilievo e nascosta da ogni lato. Scendiamo facendo attenzione agli sfasciumi instabili. Siamo piuttosto in ritardo, abbiamo tirato lungo tra colazione e intortamenti vari a Bobbio ed è già ora di pranzo. Panino sulla panchina nel piazzale della chiesa. Il telefono praticamente non prende. La bellezza di questa Via è anche che non essendoci campo per lunghi tratti finisci per depurarti dall'intossicazione da 4G e whatsapp.
Ripartiamo, il Piemontese Peru (nostro amico partito dal Regno Sabaudo) dovrebbe venirci incontro da Nicelli a ritroso per trovarci più o meno alla Sella Dei Generali. Ma siamo ancora lontanissimi. Saliamo a Magrini e da qui seguiamo la consigliatissima variante per Faraneto (il tracciato originale, che passa sotto le rovine del castello, pare sia molto dissestato e difficilmente percorribile).
Inizia un tratto di discesa tra vegetazione piuttosto fitta, incontriamo due ragazze local che viaggiano spedite nell'altro senso. Nessuno finora invece che segue la VA come noi.
La discesa termina nella boscaglia e si inizia a risalire per un lungo tratto che pare interminabile. Ricevo un messaggio del Peru: è già ben oltre la Sella e ci sta venendo incontro. A fatica usciamo dalla salita boscosa e sbuchiamo a Faraneto, dove seduto su un muretto c'è Peru il Piemontese che ci urla "Criste, stavo per chiamare i soccorsi".
Abbraccio e foto di rito. L'impresa del Peru è se possibile ancor più incredibile della nostra. E' partito da casa ha fatto 3 ore di viaggio per arrivare a Nicelli, ha parcheggiato e ci è venuto incontro. Domani farà con noi la 3 tappa fino a Groppallo poi altre 3 ore per tornare a casa. Eroe.
Ripartiamo passando tra frazioni sconosciute e remote della nostra Provincia. San Rocco, Cornaro, Pescina. Qui la gente locale (se riesci a trovarla) parla un dialetto diverso, con delle cadenze quasi liguri.
Da Pescina parte l'ultimo tratto di salita, che in un ambiente nuovamente lunare, tra grandi massi scuri, porta allo spartiacque della Sella dei Generali (il nome è decisamente altisonante, ma non trovo info sull'origine del nome). Il posto è sicuramente uno tra i più particolari e memorabili del nostro cammino, complice anche la stranissima luce.
Sale il vento, lasciamo alle spalle la Val Trebbia e la piccola Val Perino e camminiamo entrando gradualmente nella Val Nure.
Il cielo si chiude e la debole pioggia in breve diventa acquazzone tropicale. Peru fradicio promette di buttare nel bidone il suo kway appena arrivato a casa. Troviamo riparo in un capanno e aspettiamo tempi migliori. Dopo un 20 minuti il freddo inizia a farsi sentire. Decidiamo di riprendere a camminare, non siamo distanti dalla meta. Ancora uno sforzo in discesa, le gambe sono a pezzi, siamo fradici e cotti. Ma facciamo ancora in tempo a vedere uno squarcio di sole e a incrociare un gruppo di enduristi, tra cui un ragazzo che ci riconosce e si ferma a salutarci. Arriviamo provati al B&B Nicelli dalla spettacolare Margret Metz.
Una doccia e un cambio vestiti fanno miracoli, così come una cena colossale alla Trattoria dei Cacciatori di Mareto, dove ci raggiunge Ragno che farà con noi la tappa successiva. Il gruppo è raddoppiato e volano i bottiglioni di rosso ad annaffiare salumi, torta di patate (inarrivabile da provare!!), ravioli di cinghiale, anvèi, turtéi.
Chiudiamo al B&B a guardare la finale di Champions con Margret.

PERNOTTAMENTO: B&B Nicelli. VOTO: ↑↑↑
CENA: Osteria dei Cacciatori di Mareto. VOTO: ↑↑↑
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Bobbio

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Bobbio
Bridge

Ponte Gobbo

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Ponte Gobbo
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In salita

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In salita
Panorama

Cascina Pre

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Cascina Pre
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S.ta Cecilia

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S.ta Cecilia
Panorama

Sopra Coli

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Sopra Coli
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Coli

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Coli
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Magrini

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Vista su Coli da Magrini
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Faraneto

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Faraneto
Panorama

Da Cornaro

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Da Cornaro
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In salita verso la Sella dei Generali

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In salita
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Sella

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Sella
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Pioggia

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Nicelli

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